mercoledì 10 ottobre 2012

CORSO DI TEATRO PER PRINCIPIANTI

VITTORIO ATTENE IN COLLABORAZIONE CON A.T.A TEATRO.
presenta
CORSO DI TEATRO BASE: “LA VERITA’ DELLA FINZIONE “

TUTTI I MARTEDI'  DALLE 19.30 ALLE 21.00

Corso per principianti. Come tutti i corsi propedeutici anche questo corso di teatro si propone di fornire gli strumenti primari per affrontare il palcoscenico: lavoro sul corpo, sulla dizione e sulla voce, improvvisazione, studio del personaggio. Fin dal principio l’obbiettivo sarà quello di lavorare sulla verità dell’attore in scena, eliminare la brutta abitudine di cercare le intonazioni anziché le intenzioni. Gli attori che studiano nel corso di teatro “La verità della finzione” imparano che un personaggio senza il pensiero non si può esistere. Dopo aver appreso questo il mondo del teatro si apre agli occhi di chi vi si avvicina per la prima volta come un bellissimo paesaggio ricco di colori e poesia, sensualità e divertimento in cui ci si può immergere e scoprire cose di sé del tutto inedite.


INIZIO DEL CORSO: TUTTI I MARTEDI' dalle ore 19.30 alle 21. Durata della lezione 90 minuti.


COSTI: info via mail

il corso può essere anche annuale. diviso in tre moduli per un tot di 50 ore

non è previsto il saggio finale ma una prova aperta a fine percorso

 
NUMERO MIN 7 PARTECIPANTI

LUOGO: Centro Parrocchiale Santa Maria Assunta -via Adriatica, 5 (Bassanello/Padova)


venerdì 5 ottobre 2012

CIO' CHE VIDE IL MAGGIORDOMO - NOTE DI REGIA


ALLEGRA OFFICINA PRESENTA IN PRIMA ASSOLUTA SABATO 20 OTTOBRE 2012 ORE 20.30 - AUDITORIUM DI GALZIGNANO TERME
L' incasso sarà devoluto ai terremotati dell'Emilia
CIO' CHE VIDE IL MAGGIORDOMO
 
con:
Luca Bertollo - Dottor Prentice
Monica Seller - Signora Prentice
Dottor Rance - Romina Bisacco
Geraldine Barclay - Stefania Bisacco
Nicholas Beckett - Riccardo Mortandello
Il sergente Match - Davide Camponeschi
Regia di Vittorio Attene
Assistente alla regia Stefania Bolzan

Un noto psichiatra (Luca Bertollo) cerca di sedurre la sua segretaria. La moglie dello psichiatra (Monica Seller) vuol far assumere il fattorino che ha tentato di violentarla la notte prima in albergo. Un ispettrice psichiatrica (Romina Bisacco) commissaria la clinica. Una segretaria (Stefania Bisacco) tutta nuda che cerca di recuperare i suoi vestiti e tornarsene a casa. Un poliziotto (Davide Camponeschi) è alla ricerca delle parti mancanti di una statua di Sir Winston Churchill. Un fattorino d’albergo (Riccardo Mortandello) è disposto a compiacere tutti gli appetiti sessuali purché lo si paghi. La girandola degli equivoci inizia nel modo più classico e cioè quando la Signora Prentice moglie del dottor Prentice torna in clinica proprio quando suo marito ha fatto spogliare la sua aspirante segretaria e la ha nascosta dietro il paravento del suo studio. Da qui si corre senza sosta a ritmo sostenuto verso un finale quasi Shakespiriano da “Tutto è bene ciò che finisce bene” spiazzante e assurdo.

Cercare di raccontare la trama di “Ciò che vide il maggiordomo” è quasi impossibile, come è impossibile capire il perché del titolo, visto che di maggiordomo non ce n’è proprio traccia. La commedia di Joe Orton, notevole drammaturgo morto ucciso dal suo amante all’età di soli trentaquattro anni, in soli sei anni di lavoro ci ha lasciato opere quali “Intrattenendo il signor Sloane” e “Il malloppo”. Farse graffianti e scorrette che mettono a nudo l’ipocrisia della borghesia degli anni settanta. I temi delle sue opere sono il sesso, il potere e la lotta per la sopravvivenza. Temi che ricorrono anche nel nostro spettacolo. Una sorta di follia dionisiaca in cui tutti, soprattutto i coniugi Prentice,  i protagonisti affogano le loro pulsioni sessuali in litri di whisky. Il titolo richiama le nostre commedie più sporcaccione come “La signora gioca bene a scopa?” o “L’infermiera nella corsia dei militari” e infatti, in “Ciò che vide il maggiordomo”, il pubblico, un po’ come faceva il  Pierino nostrano, spia dal buco della serratura le ossessioni/pulsioni sessuali dei protagonisti in caduta libera dentro un gioco degli equivoci sempre più avvolgente ed esilarante che li porterà a recitare quasi tutti in mutande o con i vestiti degli altri addosso: uomini vestiti da donna, donne vestite da uomo. I personaggi sono tutti terribilmente seri, non ridono mai o quasi, il pubblico però si e anche tanto. L’autore mette in scena uno studio psichiatrico quasi a dirci che siamo tutti matti e che non c’è cura. In questo mondo in cui “solo se sei continuamente drogato o ubriaco tutto sommato si sta anche benino” Orton vede nella realizzazione e soddisfazione delle pulsioni sessuali la vera libertà. Ecco perché questa commedia mette il dito nella piaga di una società perbenista e bacchettona che cerca in tutti i modi di tenere a freno la natura sessuale dell’essere umano attraverso la religione e il rigore scientifico producendo, in realtà, un effetto contrario.

A un suo caro amico disse: “Fai quello che ti piace a patto di non nuocere a nessuno. E’ la sola cosa che conti. Non sentirti colpevole. Fai tutto quello che ti passa per la testa. Respingi tutti i valori affermati della società. E goditi il sesso. Quando sarai morto ti dispiacerà di non esserti divertito!”

Vittorio Attene

 

FACCIAMO FINTA CHE OGGI SIA DOVUTO ANDARE SUL SET DI UN FILM


Facciamo finta che oggi io sia dovuto andare sul set di un film.

Circa un anno fa, sempre per finta, ho fatto un provino.

Sempre per finta immaginiamo che a giugno mi chiami  la produzione di questo regista per andare in un albergo dove lo avrei incontrato per capire se la parte fosse stata  mia o meno. Arrivo per finta in questo finto albergo a 100 km di distanza e scopro che il regista ha pensato a me per ben due parti ma alla fine decide per un ruolo ben definito (ovviamente non quello per cui per finta feci il provino). Contento stringo la mano al regista e ci salutiamo non per finta ma, probabilmente  per finta, aveva detto che avrei girato entro luglio…per fortuna non è andata così perché così ho portato mia moglie e i miei figli in vacanza per davvero. Anche questa volta nessuna notizia dal set per cui ho pensato: vedi che a fare per finta i provini non si fanno i film neanche per finta. Ma sorpresa: pochi giorni fa squilla il telefono e, di nuovo per finta, mi convocano per girare il film. Un solo giorno di posa, “poco” ho pensato  “però dopo tanto tempo lontano mi avrebbe fatto piacere tornare sul set”…eppoi la parte era anche bella. Promettono di spedirmi il testo il giorno stesso ma (ovviamente) era una finta. Aspetto un giorno, due, infine mi decido a mandare il fatidico sms: “E le battute da studiare?” risposta: “ Scusaci, entro il pomeriggio te le mandiamo”. Incredibile ma vero: arriva la parte… sei pagine, dico sei pagine di monologo da studiare (per finta?) entro 24 ore, perché il giorno dopo (per finta?) avrei dovuto girare. Siccome è sempre per finta ometto di dire che vestiti e scarpe del personaggio me li sono dovuti portare io da casa. Inoltre sono andato a farmi sistemare i capelli per davvero. E così cominciai a studiare queste sei pagine di monologo. Mi dico anche se non mi ricorderò tutto benissimo non importa, è cinema, tutto sommato si può anche improvvisare, le battute restano più fresche.  La mattina di oggi  accompagno mio figlio a scuola,  bacio mia moglie e la bambina e ripetendo il soliloquio mentre sorpasso i tir mi reco con la mia macchina sul set dove incontrerò il mio personal-trainer. È si, perché anche se è per finta che oggi io sia dovuto andare sul set di un film, il personaggio è un vero istruttore al poligono di tiro e io devo interpretare lui. Lui nel senso proprio lui, il personal trainer, che mi forma su quello che devo dire è il mio personaggio. Così dalle 10.30 del mattino sino alle 15.30 io studio, gesti e postura copiando lui. Imparo come si maneggiano le armi come si mira e si spara….oltre a ripetere le sei pagine di monologo. Facciamo finta che alle 17 circa, dopo essere rimasto tutto il giorno in un ufficio container in mezzo al nulla sia arrivato il regista e la troupe e che senza dire ne “bi” e ne “ba” il regista, in un repentino slancio artistico, decide che la mia parte la farà proprio l’istruttore di tiro, il mio personal trainer,  e che io mi ritrovo a fare il suo allievo muto e le mie sei pagine di monologo le posso usare per fare gli origami a mio figlio perché non pronuncerò nemmeno una sillaba. Facciamo finta che oggi abbia dovuto fare la comparsa benché scritturato con ben altra qualifica. Facciamo pure finta che il regista ha sempre ragione anche quando gli viene fatto notare che non si è comportato giustamente nei confronti di una persona e di un professionista e anzi se ne frega perché il suo entusiasmo creativo non può essere fermato dalla logica di un comportamento eticamente corretto. E dunque si scusa (probabilmente senza neppure crederci un po’). Punto e amen.

Facciamo finta che io sia andato sul set del film rinunciando al minimo sindacale per un attore professionista perché il ruolo era se non altro interessante e non si limitava a una riga di testo. Certo sei pagine forse erano esagerate da studiare in così poco tempo ma qualche volta si può rinunciare al “sindacalismo”, no? Facciamo sempre finta che ne all’inizio delle mie riprese ne alla fine non mi è stato fatto firmare un contratto, una scrittura qualsiasi che attesti un rapporto di lavoro, che abbia dovuto anticipare tutti i soldi di tasca mia ( benzina, pedaggio autostradale, pranzo per me e per il mio coach, taglio di capelli per presentarmi credibile) e che spero sulla fiducia  mi pagheranno. Facciamo finta che me ne sarei voluto andare via ma visto che ormai ero li e non volevo fare “la prima donna” me ne sono stato buono e umile come se fossi stato al mio primo ingaggio nel cinema.

Facciamo finta che questo film sia il nostro Paese.

Un Paese che schiacciato dalla “crisi”, approfitta della manovalanza degli stagisti sfruttati e sottopagati (anzi, probabilmente per nulla pagati, tanto va tutto nel curriculum, no?) per mandare avanti la baracca, anche perché forse non può fare altrimenti. Un Paese che non riconosce più l’importanza dello studio e della professionalità, che non sa più guardare e riconoscere, ne gli interessa più probabilmente, chi ha davanti, che non sa più dare valore al tempo, non solo in senso economico, dove il mio lavoro lo può fare chiunque altro perché tanto è la stessa cosa. E allora sono io che preferisco fare altro perché è meglio.

Facciamo finta che ho scoperto che io sono esattamente come tutto il resto della maggioranza del popolo italiano che di fronte a soprusi, mancanza di rispetto della classe dirigente, che ci considera mucche da mungere perché tanto, come bovini mansueti non li incorneremo, resta immobile e accetta.  Mugugna si lamenta dentro le quattro mura di casa su un blog o su Facebook ma non si ribella all’ignoranza e al pressapochismo. Facciamo finta che oggi mi sono sentito umiliato e frustrato perché non ho voluto seguire il mio istinto e se l’avessi fatto ora mi sentirei molto meglio. Forse.

E’ proprio una “piccola patria” la nostra.

Ma per fortuna solo per finta oggi sono andato su un set…almeno così mi è parso…forse…

 

Vittorio Attene

 

 

CORSO DI LETTURA ESPRESSIVA AVANZATO - OTTOBRE-DICEMBRE 2012


Dal 25 ottobre 2012 fino al 20 dicembre 2012 inizierà il corso avanzato (o di specializzazione) di lettura espressiva condotto dall'attore e regista Vittorio Attene. Ogni giovedì sera dalle 19.30 alle 21.00 presso il Centro parrocchiale di Santa Maria Assunta, via Adriatica 5 a Padova (zona Bassanello).

Il corso si rivolge a chiunque avesse già intrapreso un percorso di lettura espressiva base e volesse ora verificare e/o consolidare i progressi ottenuti. Il corso non riprenderà in alcun modo le regole base della dizione ma insisterà nell'educazione di una migliore musicalità della propria voce (correzione della cadenza dialettale). Inoltre si lavorerà affrontando la lettura di poesie, brani di prosa e testi da conferenza. Ascolto di brani letti da attori noti e numerose esercitazioni pratiche.

 

NOTE BENE: Le lezioni del 25 ottobre, del 15 novembre e del 13 dicembre avranno la durata di un’ora e inizieranno alle ore 20.00.

 

Durata del corso: 14 ore

Costo: 90 euro.

Orario: dalle 19.30 alle 21.00

Dove: parrocchiale di Santa Maria Assunta, via Adriatica 5 a Padova (zona Bassanello).

ISCRIZIONE: confermare partecipazione via mail (vittorio.attene@yahoo.it) oppure sms (3476292440)