giovedì 16 maggio 2013

IL SOGNO ITALIANO


C'è qualcosa che non funziona più in questo paese, forse più di qualcosa, ma quando si tratta del settore cultura e, entrando in quanto è di mia competenza, ancora di più nel settore teatro.
 
L'immagine "Andresti da un dentista che fa un'altro mestiere?" può sembrare retorica come la domanda che pone eppure per quanto riguarda i professionisti dello spettacolo la risposta è "Si".
 
E non mi riferisco al pubblico ma soprattutto a chi gestisce eventi, produzione di spettacoli o associazioni culturali che offrono servizi inerenti il teatro. La crisi che affligge il nostro paese ha decisamente esasperato una situazione già difficile ma ha anche leggittimato il terribile modo di occuparsi del teatro e di chi vi lavora.
 
L'idea che la qualità, la professionalità possa essere scambiata con qualsiasi altra cosa che gli assomiglia perchè costa meno ormai la fa da padrone.
Il riconoscimento alla formazione, alla professionalità, all'esperienza fatta sul campo in anni e anni di vita sul palcoscenico o su un set è facilmente contrattabile con un novizio alle prime armi o con un amatoriale (per non dire alle volte con un dilettante) se quest'ultimo costa meno. Utile sarebbe ragionare sui danni culturali che vengono fatti proprio su quel pubblico che dovrebbe acquisire gli strumenti per maturare o divertirsi con il teatro.
 
Dal Governo ai Comuni, dagli enti privati alle associazioni il gioco al ribasso continua e solo nel nostro paese si continua a chiamare un lavoro come il nostro, che si sia attori, registi, ballerini o altro ancora, un SOGNO! I sogni esistono solo quando dormiamo ed triste che il sogno ormai sia quello di lavorare dignitosamente o addirittura di lavorare.
 
Ma questo è il SOGNO ITALIANO.
 
Vittorio Attene



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